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  • YSL E I MAGNIFICI SETTANTA

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    Qualcuno ha scritto che il disegno di Yves Saint Laurent è come la scrittura dell’aria del proprio tempo scandita dai viaggi del proprio immaginario. Vedendolo nei filmati anni settanta che lo ritraggono con i suoi occhialoni intramontabili, sentendo la sua voce calma ripetere “J’adore mon époque”, si viene sbalzati, come per magia, negli anni in cui Barry White cantava “let the music play”.
     Senza dimenticare che”la mode n’est pas un art meme si elle a besoin d’un artiste pour exister” come ha detto Pierre Bergé a margine della retrospettiva al Centre Pompidou di Yves Saint Lauren nel 2002, l’impressione è quella di immergersi in un’atmosfera sognante, la stessa in cui da bambini guardavamo assorti nostra mamma guidare con chignon ed occhiali da sole che le coprivano metà della faccia.
     Ci sembra una magia quella che riporta dalla mostra su Yves Saint Lauren “A visionary”, a Bruxelles dal 30.1.2013 al 05.05.2013, in piena “rive gauche mania”. Per capire il fenomeno che ha interpretato e letteralmente mandato in delirio un’epoca riportiamo il pensiero di Claude Berthold “…c’est la furie, la tuerie du matin au soir. Si vous aimez essayer tranquillement (des robes de jersey à partir de 250 F, des manteaux à 450 F, des tailleurs à 600F), faites comme Catherine Deneuve ou comme Mireille Darc: venez plutot à l’heure du déjeuneur”.
    Il visionario, il moderno, il sognatore completamente a suo agio nella sua epoca rivoluzionaria veste le donne più charmantes del suo tempo. A partire da Claudia Cardinale , misteriosa principessa indiana nel film “La Pantera rosa”, vestita dalla testa ai piedi con lo straordinario guardaroba disegnato per lei da Saint Laurent, passando per la figura emblematica di un’intrepida giovinezza Françoise Sagan, per arrivare a Catherine Deneuve, icona di stile nell’immortale “Belle de Jour”.
    E poi soffermarsi e riconoscere in abito bianco tra le modelle che hanno sfilato allo Stade de France nel 1998, una Carla Bruni radiosa, che forse già presagiva il suo futuro da francese naturalizzata.
    I suoi schizzi per le collezioni dal 1962 al 2002, i suoi tailleur pantalone impreziositi da bottoni gioiello, gli smoking ed i vestiti maschili ingentiliti dalla mussolina di seta e dalle decolté, vestiti pensati per una donna che si sente a suo agio nella sua pelle, moderna, che non ha bisogno di cambiarsi, ma solo di accessori modulabili. Una semplicità sofisticata che rivedo nei gesti, nello stile, nel modo di assaporare l’esistenza aspirando una sigaretta, proprio di un’epoca e delle persone che abbiamo trasformato in icone.

  • ETERNITÀ

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    Parigi è malinconia e esaltazione dolorosa
    Parigi è la mia atmosfera
    È passato e futuro
    È camminare fino allo sfinimento  e non averne mai abbastanza
    Parigi è tutto l’amore cui il mio cuore possa aspirare
    Rue du Bac, place des Vosges, le jardin du Luxembourg
    E inorridire di fronte ai lucchetti sul Pont des Arts

  • LA CRISTIANO FOBIA

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    Come fuscello mosso dal vento colui che crede è vessato dalla tracotanza dei non credenti
    Perché nessuno si domanda la ragione per cui il mondo è così arrabbiato con i cristiani come se il loro stesso esistere arrecasse cruccio ai laici, agli atei?
    E perché non si lasciano liberi gli uomini di scegliere, nella sfera della coscienza, la propria inclinazione sia essa il credere o il non credere? Perchè il Papa uscente è stato tacciato così spesso di non essere al passo con i tempi quando la sua funzione è quella di preservare i valori della Chiesa, non già quella di guidare uno Stato laico? Perchè non si pretende lo stesso dagli esponenti di altre religioni?
    L’impressione è che ci troviamo di fronte ad una nuova forma di assolutismo, che vorrebbe incidere sulle coscienze, in barba ai più elementari principi di libertà. Si va affermando la dittatura del Diritto, senza che vi sia come bilanciamento l’obbligo di rispettare la Natura dell’uomo. Tutto è consentito, e chiunque si frapponga, con un’idea diversa, alla realizzazione del Diritto viene accusato di essere reazionario e retrogrado. Il problema che si pone è la necessità di una mediazione tra interessi contrapposti attraverso il principio di tolleranza che prevede come corollario la tutela delle minoranze.
    Domina la convinzione che i cattolici siano d’inciampo al progresso,
    come se il pensiero cattolico avesse ancora influenza su qualsivoglia centro decisionale o fosse capace di indirizzare l’opinione pubblica.
    L’uniforme indirizzo giurisprudenziale della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e della Suprema Corte di Cassazione dimostra casomai il contrario.
    Si ha come l’impressione che i cattolici siano considerati ultimo baluardo del diritto naturale, eliminato il quale molti portatori di interessi diffusi e prevalenti brinderanno.
    Ma è veramente così? O non è vero il contrario, che le coscienze dei cattolici ormai intorpidite dal secolarismo e dal relativismo siano come gregge spaurito in un mondo di lupi mannari?

  • BEAT IT, CASSE-TOI: VOLA VIA

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    Siamo fatti della stessa materia dei sogni.
    Come il sogno di Michael Jackson quando era bambino che riaffiora nelle canzoni più inaspettate.
    Il dolore provato da bambino è stato la sua forza. Sembra di vederlo guardare con i suoi occhi grandi ed increduli suo padre mentre gli urlava “Beat It”, che traduciamo eufemisticamente “togliti dai piedi”.
    “Gli devi dimostrare che non hai paura,
    giochi con la tua vita, non è la verità o una sconfitta
    Ti picchieranno,
    e poi ti diranno che te lo sei meritato
    allora “beat it”, ma ti prenderai gioco dei cattivi”.
    Quanta felicità ci ha regalato e ci regala la sua musica, la sua forza di portare avanti la lotta per la sopravvivenza, solo per diventare un uomo.
    E ci piace pensare che lui sia riuscito veramente a “togliersi dai piedi” volando via e trasformando quel dolore in arte, in una musica rivoluzionaria insieme soul, funk e rock. Sublimazione del suo sogno, la musica, la danza, l’essere riconosciuto come miglior artista del millennio ai World Music Awards.
    I cattivi, gli invidiosi si sono, però, moltiplicati con lo spettacolare successo.
    Hanno inscenato un turpe processo cercando di offuscarne l’onore, imputandolo di crimini infamanti.
    Salvo poi pubblicare i fascicoli dell’FBI, nel 2010 dopo la sua morte, dai quali emerge che non è stata trovata alcuna prova a sostegno delle gravi accuse.
     Con le tue canzoni e la tua vita sei volato via, ti sei preso gioco dei cattivi trasformando in carica di felicità tutto questo dolore

  • COGNOMI

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    Conosco una persona che si è laureata con il massimo dei voti in Economia alla LUISS.
    Conosco una persona che parla perfettamente tre lingue, ha lavorato all’estero per quindici anni per una grande multinazionale italiana.
    Conosco una persona che ha un retroterra culturale ed una competenza specifica in materia economica invidiabile.
    Ora ha avuto una bambina bellissima e la sua azienda non lo vuole trasferire nel suo Paese d’adozione dove si vorrebbe riunire a sua moglie e a sua figlia.
     E’ nipote di un padre fondatore della Repubblica.
    Il peso di un cognome può essere paralizzante se ti hanno insegnato sin da piccolo che si deve e si può progredire in base alle proprie capacità. Se sei fiero di quel cognome non hai capito niente perchè sarai chiamato a lavorare il doppio, a sfoderare talento da vendere  solo per non sentir dire che sei un “raccomandato”, solo per ambire ad essere giudicato per quello che sei: uno  che ha fatto solo il suo dovere, ma che nessuno si è mai filato.

  • SÌ VIAGGIARE

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    Come ci insegna Henri Michaux,cui è dedicata una parte del numero speciale di Le Magazine Littéraire intitolato “Eloge du voyage”, viaggiare può rappresentare il senso di una vita, la ricerca di sé e del senso di spaesamento che spesso donano i veri viaggi. Sentire la colonna sonora del film “La febbre del sabato sera” ed essere catapultati nelle scene della propria vita, rivederle come un film che si è vissuto intensamente.
    Ripensare a quel viaggio da Parigi, attraverso il Pas-de-Calais, verso Londra, l’hovercraft che si solleva leggermente da terra e sopra il mare della Manica,i finestrini sul paesaggio, l’alfetta metallizzata.Tu e tuo padre abbracciati di fronte al Big Ben. E mentre balli al ritmo di Donna Summer non sai se hai quarant’anni oppure otto, perchè l’eccitazione, lo stupore, il senso di avventura ed il piacere sono gli stessi di quando eri bambina, come il taglio di capelli preferito.
    José Saramago diceva che ” Bisogna vedere quello che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove prima pioveva…l’ombra che non c’era.
    Bisogna ritornare sui passi già dati…per tracciare a fianco nuovi cammini.
    Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.”
    L’avventura di ogni viaggio ci permette di scoprire o di riscoprire qualche cosa di noi e la musica delle volte è meglio di un aereo, la malinconia ci prende per mano e ci porta in luoghi reconditi, sconosciuti o noti, comunque entusiasmanti

  • A B.4

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    Vedo attraverso i tuoi occhi
    Anima fragile e sensibile
    Altri occhi blu evanescenti
     su di te, su di noi

  • INCIPIT 2

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    E poi abbiamo vissuto come sospesi in una perenne attesa di rincontrarti per riunirci.
    Salutati gli amici, i compagni di classe, tu ci hai detto che avevate deciso di non partire più.
    Tanto tu saresti tornato presto. Dopo due anni. Poi sono stati cinque. E poi altri cinque.
    Le delusioni dei bambini sono assolute. Cocenti dolori che non sai riconoscere, ma che sono lì ad assorbire ogni tuo pensiero, ogni tua energia.
    Ricordo come ieri il prato con il mare davanti e i festosi saluti, il prometterci che ci saremmo rivisti l’estate seguente. Non ero triste, ero raggiante, felice di andare a vivere in un nuovo Paese, nuovi amici.
    E poi dentro casa, ricordo la luce gialla sul tavolo e noi seduti intorno. Tu che ci dicesti un pò ridendo una cosa così dolorosa.
    Per tutta la mia vita, delle volte ancora adesso, mi sono chiesta il perchè. Perchè dopo aver salutato amici e compagni di scuola; perchè dopo aver visto la casa, quanto era bella.
    Perchè io e mamma in macchina a cantare “marameo perchè sei morto” in tempi sfalzati, le risate e poi l’incessante domanda ed il senso di assoluta impotenza, l’ineluttabilità delle cose e la speranza che prima o poi tutto cambi.
    Ho vissuto la quinta elementare come una punizione. Ho odiato la maestra e la bella calligrafia. Amavo solo i miei disegni di boschi incantati dove facevo muovere figurine di carta, fate, streghe, folletti.
    Mi entusiasmava solo la storia, i moti carbonari del 1820, Pietro Micca disegnato sul quadernone.
    Osservavo con occhi grandi e interrogativi mia madre che truccava i suoi occhi blu e tristi. Ci divideva uno schermo trasparente che nè io nè lei potevamo valicare.

  • SANTORO VS BERLUSCONI 0/1

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    Istrione, animale da palcoscenico o navigato seduttore o tutte queste ragioni insieme hanno permesso a Berlusconi di vincere contro i bookmakers che scommettevano che non sarebbe arrivato a fine puntata. Aveva vinto già prima, quando aveva deciso di andare nella tana del lupo, colui il quale aveva fatto dell’anti berlusconismo anche la propria fortuna professionale ed economica, non importava nemmeno come sarebbe andata, una vera mossa da maestro.
    Penso però che non sia solo merito della risaputa abilità di un uomo che sa offrire il meglio di sé quando é assediato, braccato, turlupinato. E’ anche merito della gabbia ideologica dei suoi aguzzini, del loro pensiero unico, che non hanno saputo andare al di là delle solite manfrine che non interessano e non hanno mai interessato nessuno. Se avessero chiesto ad un elettore deluso da Berlusconi di intervistarlo forse lui avrebbe saputo fare di meglio.
    Ci sarebbe voluta una persona seria, qualcuno che avesse a cuore veramente la Politica con la P maiuscola per dire a Berlusconi ciò che veramente non si riesce a perdonare ai suoi molti anni in politica. Perché in tutti questi anni non ha saputo selezionare una classe dirigente seria, credibile e preparata? Perché in tutti questi anni il PdL non ha saputo selezionare candidati presentabili capaci di occuparsi in maniera seria dell’amministrazione della cosa pubblica e delle riforme necessarie al nostro Paese?
    L’impossibilità di dare una risposta seria a questa domanda impedirà agli elettori di centro destra di votare Berlusconi.

  • SEVENTIES

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    Ho amato “Argo” come si amano quei libri, quei film, quelle persone che ti piacciono, ma non riesci a capire perchè così tanto.
    Ho pensato all’incalzare delle scene, al sentirsi sul filo del rasoio e col fiato sospeso fino all’ultimo.Ho cercato risposte nell’ambientazione esotica dei bazar, nella moschea blu di Istanbul, nei filmati storici del rientro dopo l’esilio a Parigi di Khomeini a  Teheran, ma non le ho trovate. Non riuscivo proprio a spiegarmi il languore che mi prendeva mentre, seduta sulla poltrona di velluto rosso, amavo quel film e persino la nuova pettinatura di Ben Afflek. Poi ho capito che a piacermi erano proprio i suoi capelli, i suoi pantaloni a zampa di velluto beige ed il borsello di pelle. Lo chignon disinvolto, ma impeccabile dell’attachée diplomatica, la camicia con il collo allungato e stretta in vita, perfetta sulla gonna scamosciata e leggermente svasata al ginocchio.Ho adorato persino gli occhialoni spessi e grandi come televisori che mi hanno fatto ripiombare nella Parigi anni settanta, mio padre seduto alla scrivania con la sua lettera32.