POSTS BY ILARIA

  • OCCHI BLU COBALTO

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    Gubbio,
    la casa sempre uguale e così diversa.
    Sogno mamma bionda, con gli occhi blu cobalto che mi dice ” Ti sono vicina, ma sono morta”
    Cerco significati; significa che ci sei anche se non ti percepisco, oppure che sono morta anch’io;
    significa che la morte è una barriera apparente perché gli esseri che si amano non sono separati nemmeno dalla morte.
    Mi ascoltava, mi consigliava.
    Solitudine. Malinconia.
    Il prato di Gubbio è secco, domani è S. Elena. Ciao Mamma tanto amata. Vorrei che fossi qui, ma forse ti saresti troppo preoccupata, conoscevi la mia sensibilità e la mia vulnerabilità.
    E’ triste rendersi conto e non saper reagire. E’ triste Gubbio senza te.
    E’ triste il cielo stellato senza te.
    Esprimo un desiderio, ma ormai non avrebbe senso avere un figlio senza te.
    Amore materno, amore totale, mi sorprendo a fare le tue stesse mosse, gli stessi sacrifici, senza assomigliarti nemmeno un poco, perché non si può assomigliare all’Amore.
    Coda di cavallo, frangetta corta, gonna gonfia, speranza nel futuro, sogni di ragazza.
    Tu sei sempre nei miei pensieri. Sei in quello che faccio anche se non ti penso.

  • ALICE 1

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    Mi chiamo Alice.
    Ho quindici anni e netta la sensazione di non appartenere a questo mondo.
    C’è qualcosa di ingombrante che si libera solo nella musica, quando ballo. E’ una sensazione indescrivibile, una sbornia colossale senza alcol e senza droghe, la libertà dell’animo di volare.
    Non ho più paura di non piacere, mi dimentico di me, dei miei capelli ribelli, della mia faccia che non mi piace. Mi dimentico il mio nome, troppo significativo.
    Mi dimentico anche della gonna arancione, della vergogna di passarti davanti indifferente, delle risate di quelle sceme che dicono di essere mie amiche.

  • 21 RUE LA BOÉTIE

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    “Farò il ritratto a tua figlia disse Picasso, ma Anne Sinclair disse “No!” scappando spaventata “immaginandomi con gli occhi al centro del viso, una specie di faccia storta (è così che chiamavo i ritratti del periodo di Dora Maar e degli anni della guerra che non sono mai stati i miei preferiti)”.
    Il suo libro parla di suo nonno, Paul Rosemberg e dell’arte contemporanea che fu bollata dal nazismo come EK: Entartete Kunst, arte degenerata.www.europaquotidiano.it/2013/11/14/Il-tesoro-dei-nazisti-e-le-memorie- di- Anne-Sinclair

  • L’ALLURE DI UNA NEVROTICA SIMPATICA

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    Valeria Bruni Tedeschi: la simpatia, l’autoironia e le nevrosi di chi rischia di non passare per la cruna di un ago www.europaquotidiano.it/2013/11/09/Valeria-Bruni-Tedeschi-la-famiglia-è-il-mio-motore

  • UN CHÂTEAU EN ITALIE

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    Sono andata a vedere questo film da sola. Dopo essere fuggita da una giornata faticosa.
    Era rimasto solo un posto in ultima fila.
    Un film sulle apparenze. Sul fatto che spesso giudichiamo le persone per quello che hanno e non per quello che sono. Che sia un film autobiografico oppure no, mi è sembrato un film sull’infelicità, che spesso si nasconde dietro una falsa apparenza, sui legami familiari, che sono all’origine delle nostre nevrosi.
    Un film su una donna, su una famiglia che non sembra tale.
    Un film su una vita che cerca di fare posto alla vita. Un film alla ricerca di cose grandi. All’uomo che si è invaghito di lei dice che cerca l’amore, vuole dei figli, si siede su sedie miracolose. Lui odia masturbarsi in ospedale, non vuole figli. Eppure si amano. Lui cade dalla vespa, ha l’aria imbambolata, troppi ricci in testa, ma sembra il più simpatico, il più vero.
    Peccato che non sia autobiografico e che la regista Valeria Bruni-Tedeschi non abbia veramente piantato un nuovo ippocastano al posto del vecchio, malato.

  • MIA SORELLA

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    Il suo viso, i suoi lineamenti armoniosi, il suo incarnato. Il suo silenzio. Il suo umorismo: “mi hanno farcito come una faraona”, all’indomani di una lunga operazione per combattere un male il cui solo nome terrorizza.
    Le infermiere ci sgridano, nella stanza c’è troppo chiasso. “Vi sembra la stanza di una paziente appena uscita da una complessa operazione?” ci apostofa l’infermiera. “No, per fortuna!”. Non c’era quel compatimento peloso di quelle persone che partecipano solo apparentemente al dolore degli altri, c’era allegria e fiducia che le cose sarebbero andate per il meglio.
    Al secondo passaggio, ci impone di abbassare la voce. Che ci possiamo fare se siamo felici di vedere lei di nuovo in mezzo a noi, con la sua vitalità, simpatia e bellezza intatte!

  • CANOTTAGGIO JE T’AIME!

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    Amo il canottaggio per motivi futili. Lo amo da quando ho visto uno dei miei film preferiti, Sliding doors. Lo amo perché in quel film Gwyneth Paltrow fa il tifo per il suo fidanzato James ed esulta guardando sfilare le barche eleganti sul Tamigi. È puro senso estetico, ritmo e benessere.

  • ERWIN BLUMENFELD, L’UOMO CHE FOTOGRAFAVA DONNE BELLISSIME

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    Il mio pezzo pubblicato su Europa quotidiano sulla fantastica retrospettiva al Jeu de Paume a Parigi su Erwin Blumenfeld “The Man Who Shot Beautiful Women” www.europaquotidiano.it/2013/luomo-che-fotografava-donne-bellissime

  • IL SILENZIO, MIA SORELLA

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    Erano attimi che potevano durare mesi, erano frazioni del tempo dell’anima non quantificabili dove avveniva quel miracolo niente affatto anagrafico di capire una volta ancora di essere sorelle.
    Tutto era iniziato un giorno o forse un altro. Non accadde certo quando nacque sua sorella, ma un pò più tardi.
    Le insegnava come si doveva fare per mettere la fiala nella flebo. E sembrava un carro armato.
    Niente sembrava scalfirla. Sua sorella, invece, era un fuscello, una foglia gracile e mobile ad ogni sbuffo di vento. La guardava e cercava di imparare da lei qualcosa che non si può apprendere.
    Perché se sei uragano trascini ogni elemento, particella che incontri. Se sei brezza puoi al massimo muovere una ciocca di capelli come in una carezza.
    L’uragano con quel suo andare ondivago e un pò violento mette in campo tutta la sua energia. Poi si placa, poi rinasce dopo aver fatto volare case, automobili, alberi. La brezza non ha quest’energia, tutt’al più può dar refrigerio in un mattino d’estate, ma non solleva nessuno, né trascina.
    Non si può imparare ad essere uragano.
    Mettere la fiala, fare iniezioni, massaggiare piedi dove la circolazione si è quasi fermata scuote nel profondo. Come passare mattine e pomeriggi interi per corridoi bianchi e immensi, fare file con un numero, perennemente sospesi in un tempo ovattato dove tutto si ferma nei visi delle persone, nello sforzo sovrumano di  vedere chi si ama soffrire.
    “Sto imparando. Devo ancora imparare a scrivere, a parlare.”  scrive mia sorella ( Il silenzio, Storie in 100 parole, L’Estroversa), e mi dice che le cose importanti spesso restano chiuse nel cuore.

  • L’INTERVISTA DI LETTA.DA DOROTEO A MARMOTTA

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    Se non fossi sicura di aver assistito ad una intervista in diretta su Rai Tre, potrei immaginare che si sia trattato di un fatto surreale. Il Capo dell’Esecutivo che si fa intervistare subito dopo l’incontro con il Capo dello Stato, in un momento drammatico per il nostro Paese.
    Forse è arrivato il momento di prendere coscienza che i mali dell’Italia non sono tutti attribuibili a Berlusconi, ma anche a chi da sinistra, in un tale momento pronuncia frasi esilaranti degne di comici che in Italia assurgono alla dignità di politici.
    Il Presidente Letta afferma che il suo Governo ha riformato la giustizia civile introducendo l’istituto della mediazione obbligatoria. Senza andare nel merito vorrei solo dire ciò che gli addetti ai lavori sanno molto bene; ciò che serve è un intervento organico come è stato fatto per il processo Amministrativo con una riforma che ha permesso di smaltire il vecchio contenzioso e tempi certi di trattazione dei provvedimenti di urgenza.
    Il problema della giustizia è un problema anche politico, non solo tecnico ed il fatto che Letta si affretti a dire che bisogna tenere separati i “piani” non aiuta. Appare quanto meno ipocrita negare la necessità di riformare anche il processo penale con l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale in un sistema accusatorio che in Italia si articola nella sostanziale supremazia della parte inquirente rispetto alla difesa e nell’assenza di garanzie sostanziali di terzietà del Giudice in mancanza di una separazione della carriera inquirente da quella giudicante. Affermare che la riforma della Giustizia non è un problema che riguarda Berlusconi è sbagliato ed è il vero motivo di questa crisi. Occorre un dibattito parlamentare su questo tema, occorre affrontare la realtà di una giustizia malata dove un Pubblico Ministero per farsi pubblicità e per far carriera decide quali fascicoli istruire. Non affrontare questi problemi, parlare con voce pacata de “Il giorno della marmotta” non è degno del Capo di un Governo, non è degno di un Paese come l’Italia.E poi lo chiamano doroteo.
    multimedia.quotidiano.net/video/politica/letta-berlusconi-e-come-il-giorno-della-marmotta-videodoc-il-premier-da-fazio-cita-il-film-ricominci-qn-50240