Mi domando spesso perché provo tutta questa nostalgia, questo struggimento infinito e irrazionale per qualsiasi foto patinata di donne vestite con gonne vaporose e corpetti stretti in vita. Continuo a sfogliare riviste patinate che hanno per copertina foto storiche dell’elegante ed imperturbabile Jacqueline Bouvier Kennedy disinvolta anche mentre visita la galleria degli specchi di Versailles accanto a Charles de Gaulle e Marleaux e penso che si tratta di una donna eccezionale, vissuta in un’epoca irripetibile. Era il tempo della Pop Art che ha infranto il principio di unicità dell’opera d’arte. Il paradosso sembra proprio questo, gli oggetti di uso comune diventano opera d’arte, mentre quell’epoca, quell’aria di ingenuità e di sogno che conformano la realtà e la rendono entusiasmante, diventa irripetibile, come le persone che l’hanno vissuta.
Ne ho scritto su Europaquotidiano
http://www.europaquotidiano.it/2014/10/21/jackie-kennedy-questa-affascinante-sconosciuta/
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